Io e le foto in bianco e nero
Tutte le foto possono essere a colori, il bianco e nero non è per tutte le foto.
Parto da questa considerazione e mi riferisco alle foto dei comuni mortali, non quelle dei mostri sacri Magnum, per dire: quella è gente che può fotografare qualsiasi cosa in qualsiasi modo.
Nel mondo fotografico che mi compete, quello dei comuni mortali, delle foto da forum o da social, delle foto che non verranno mai stampate e dei fotografi da cerimonie¹, sono molto indeciso: intanto, le foto in bianco e nero sono più difficili, anche se fanno leva su certi meccanismi cerebrali consolidati, che ispirano una certa indulgenza. Le mie foto, però, devono piacere prima a me e poi, eventualmente, agli altri, ma voglio risolvere subito la faccenda: anche se ne scatto e pubblico parecchie, quelle che davvero mi convincono sono pochissime.
Sono più difficili perché necessitano di una serie favorevole di contrasti tra gli elementi e tra le tonalità, servono inquadrature migliori, bisogna valorizzare quel che si ha a disposizione, non si può neanche fare affidamento su colori belli, come possono essere quelli di un tramonto, di un animale, di un mural, di un paio di occhi. Quando manca questa sintonia (e quando non la si riesce a orchestrare, come me), c'è poco da fare: non basta l'effetto nostalgia, non basta quella patina di artistico che inconsciamente si attribuisce al bianco e nero.
Eppure, così come continuo a scattare foto che non mi piacciono, così continuo a convertirne in bianco e nero. Ho un problema col risultato: troppo liscio, troppo definito. Troppo digitale: per forza, il mezzo è quello. Una sorta di repulsione, magnificata ulteriormente dalle foto da 80 megapixel, rimpicciolite di 20 volte per essere postate in rete, magari dopo una passata aggiuntiva di sharpening. La definizione delle foto sembra essere una specie di Santo Graal nei forum di fotografia e io penso sia proprio l'elemento più sacrificabile di uno scatto, evidentemente procediamo in direzioni contrarie.
Come vengo a capo di questa sensazione di moderato ribrezzo? Non ne vengo a capo, dovrei scattare in analogico, non me lo posso permettere ed è una pratica ormai ecologicamente insostenibile. Seguo una pratica considerata disdicevole da molti, sempre sui forum: aggiungo della grana in digitale. Visto che mi trovo, magari agisco un pochino sulle curve e aggiungo un po' di morbidezza. È qualcosa che si potrebbe spacciare per analogico? No, il risultato è ancora finto, la grana digitale si smaschera da un chilometro, ma lo sopporto. Non so come possa pensarla il mio pubblico, che non esiste: un motivo in meno di preoccupazione.
Questo è il mio compromesso, la vita è fatta di compromessi.
¹Non ho nulla contro i fotografi da cerimonie e non intendo sminuire la loro professionalità in alcun modo, ma devono portare a casa fotografie di momenti irripetibili, quindi punteranno sempre al risultato sicuro, evitando intelligentemente astrazioni artistiche che potrebbero rivelarsi distruttive.