La correzione delle linee verticali
Mi piace fotografare edifici, monumenti e altre opere umane dalle forme ben poco organiche. Penso piaccia anche a parecchi altri fotografi della domenica, quindi miei colleghi che condividono la passione e la scarsità di mezzi.
Le foto di architettura sono più belle con le linee cadenti perfettamente verticali ed è difficile scattarne di simili. Quando il soggetto è molto grande, ed è possibile scattare solo da una distanza limitata, l'inclinazione forzata della macchina fotografica conduce inevitabilmente alle linee verticali aperte verso il basso o verso l'alto, a seconda della nostra posizione: alle leggi della prospettiva non si sfugge.
Siamo ancora amatori squattrinati, quindi non abbiamo obiettivi tilt-shift: nel caso il termine vi risulti nuovo, sono gli obiettivi basculanti che permettono di agire sull'asse ottico, inclinando la lente e/o traslandola in verticale. Quest'ultima possibilità (la parte “shift”) permette di rendere le linee cadenti perfettamente parallele e verticali, rendendo immediatamente la foto più professionale.
Questi obiettivi costano e, pur potendo essere usati per scattare qualsiasi foto, tenendoli in posizione neutra, hanno finalità d'uso molto specifiche. L'amatore, me compreso, solitamente usa la magia del software, in diversi programmi basta un clic per scimmiottare questo risultato. Scimmiottare perché la distorsione prospettica che ne risulta è immediatamente visibile all'occhio allenato e, di sicuro, farà storcere il naso anche a molte persone estranee al mondo della fotografia. Altri, invece, probabilmente non se ne accorgeranno.
Anch'io ho fatto uso e, probabilmente, farò uso di questa scappatoia: ho molte vecchie foto raddrizzate in questo modo brutale e non le rinnego; tuttavia, la mia sensibilità sta cambiando un poco, vista anche la mia ricerca di uno stile più informale. Le linee cadenti storte mi infastidiscono meno di prima, quelle distorte via software mi infastidiscono di più. Come al solito, la vita è mediazione tra elementi di peso variabile e, in questa fase della mia esistenza (fotografica), preferisco barattare la perfezione delle linee cadenti con la realtà della prospettiva.
Siamo a inizio 2025.